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Orientamento universitario: scegliere il giusto percorso

Orientamento universitario: scegliere il giusto percorso

Già all’avvicinarsi dell’ultimo anno di scuola superiore, i ragazzi iniziano a essere sottoposti allo stress della scelta della facoltà alla quale iscriversi. Genitori, amici e parenti iniziano a fare pressione per sapere su quale tipologia di studio si orienterà la scelta, e anche gli insegnanti cercheranno di rendersi utili fornendo ai propri alunni dei consigli che tengano conto di quelle che sono le inclinazioni personali, oltre che dei risultati finora ottenuti nelle diverse materie di studio. I consigli delle persone vicine possono essere di grande aiuto nella scelta, perché alla fine sono loro che conoscono meglio di chiunque altro i ragazzi e possono indirizzarli verso la strada più giusta per loro.
Naturalmente, per quanto gli altri possano consigliare, la scelta finale spetta sempre ai diretti interessati. Ne vale del loro futuro ed è importante che la decisione che prendono sia consapevole e non affrettata. La scelta dell’Università, infatti, non si può basare sulle mode o essere frutto dell’istinto del momento, ma deve essere ponderata in relazione a tanti fattori che ora andremo a esaminare uno a uno.

La scelta in base agli sbocchi lavorativi

Quando ci si trova a dover scegliere la facoltà alla quale iscriversi la prima cosa a cui si pensa è se si riuscirà o meno a trovare lavoro al termine degli studi. Tutti sanno che vi sono alcuni settori che non riescono a dare buoni sbocchi lavorativi ai laureati, mentre altri permettono di collocarsi più facilmente nel mondo del lavoro. Le facoltà più note per essere svantaggiate dal punto di vista degli sbocchi lavorativi sono quelle umanistiche. Lettere, Filosofia, Storia, Letteratura, Storia dell’arte, sono tra le materie maggiormente incriminate. Diverso è invece il discorso per le facoltà scientifiche, dalle quali escono laureati le cui competenze sono più richieste nel mondo del lavoro e che riescono più facilmente a trovare un’occupazione, anche subito dopo la laurea. È questo il caso ad esempio di corsi come ingegneria, economia o informatica.
Ma quanto è valido il discorso dell’offerta lavorativa per la scelta della facoltà a cui iscriversi? Possiamo dire senza remore che in realtà una valutazione effettuata solo sulla base delle possibilità di trovare lavoro non porta mai alla scelta giusta per lo studente. Il ragazzo appassionato di arte, ad esempio, che si iscrive a ingegneria informatica solo per la speranza di trovare lavoro quando uscirà dall’università, commette in realtà un errore gravissimo. Studiare una materia che non si ama, infatti, non porterà mai a buoni risultati. Magari si può anche riuscire a laurearsi con una votazione discreta, ma non si riuscirà mai ad eccellere veramente in quella disciplina, semplicemente perché quest’ultima non rispecchia le proprie passioni e il proprio orientamento naturale. Ecco dunque che questa scelta si ritorcerà contro come un boomerang, perché un ingegnere informatico mediocre difficilmente verrà premiato dal mondo del lavoro, mentre magari un ottimo storico dell’arte lo sarebbe.
Il secondo elemento da valutare è la variabilità del mercato del lavoro, che non è mai stabile. Quella che è la situazione al momento in cui ci si iscrive all’università non potrà mai essere la stessa di quando anni dopo si conseguirà la laurea e anche di questo occorre tenere conto.
Non bisogna dimenticare, infine, di valutare anche le offerte di studio per il post laurea. Dopo il conseguimento della laurea triennale infatti, per ogni facoltà esistono numerosi corsi di perfezionamento che permettono di specializzarsi ulteriormente e che sono indirizzati più nello specifico verso le esigenze del mercato del lavoro, con opportunità concrete di tirocinio, stage, esperienze all’estero e via dicendo. Prima di effettuare la propria scelta, dunque, è opportuno valutare anche quest’ulteriore preparazione che l’Università può offrire.

Scegliere in base al proprio orientamento e alle proprie passioni

La scelta più giusta è spesso quella che viene direttamente dal cuore, e questo non vale solo nel campo dello studio, ma in molte esperienze della vita. Ognuno di noi ha delle passioni che iniziano a emergere fin dall’infanzia e che si sviluppano nel corso degli anni, se coltivate nel modo giusto. Ma è possibile trasformare questi orientamenti personali nell’occupazione di tutta una vita? Molti giovani si sento frenati e preferiscono rinunciare alle passioni per cercare di specializzarsi in un campo che offra maggiori garanzie per il futuro. Ma è davvero questa la scelta giusta? Al giorno d’oggi seguire un intero ciclo di studi all’Università richiede notevoli sacrifici, non soltanto dal punto di vista economico. Si è impegnati diversi anni nello studio e la domanda che ci si deve porre è se veramente si è disposti a investire tempo e risorse in qualcosa che non ci appassiona. Se la risposta è no, allora sarà bene optare per una scelta che sia guidata meno dalla ragione e più dal cuore, altrimenti l’avventura universitaria sarà un’impresa persa in partenza. Il consiglio è dunque quello di prendere in mano la lista delle facoltà delle diverse università e cercare di capire, anche così a prima vista, quali comprendono materie di studio che possono risultare interessanti in base alle proprie inclinazioni. Molto utili da questo punto di vista possono risultare anche i servizi specifici che le università stesse dedicano all’orientamento. Nelle giornate dedicate, ad esempio, ci si può recare direttamente in sede per confrontarsi con studenti più grandi e già a buon punto con gli studi e chiedere loro informazioni e pareri sui corsi di laurea verso i quali si orienta il proprio interesse. Proprio questo confronto può risultare utile ad approfondire alcuni aspetti del piano di studi e ad andare oltre la semplice guida dello studente. Se su quest’ultima, infatti, non si legge altro che un elenco delle materie che dovranno essere affrontate di anno in anno, il confronto diretto con gli studenti può aiutare a capire come effettivamente tali materie vengono trattate nel corso, il livello di difficoltà e di approfondimento richiesto e così via. In questo modo si può evitare di scartare un determinato corso di laurea solo perché prevede una materia che si è sempre odiata. Si può scoprire ad esempio che quest’ultima, pur essendo presente nel piano di studi è magari secondaria e può essere affrontata facilmente, senza che vi sia motivo di scoraggiarsi.

Seguire le orme dei genitori

Non c’è niente da fare, chi prima e chi dopo, tutti noi da bambini di ci siamo sentiti invitati almeno una volta a seguire, lavorativamente parlando, le orme dei nostri genitori o di almeno uno di loro. Il più delle volte sono i nonni ad avere questa tendenza a spingere il nipote verso il mestiere dell’uno o dell’altro genitore. Ancor peggio poi quando esiste un’attività di famiglia e la speranza recondita è sempre quella che il giovane possa prenderne prima o poi le redini. Questo può valere per un qualsiasi mestiere o professione, dall’idraulico all’imbianchino, dal notaio all’avvocato. Quando si è bambini le battute di questo tipo vengono prese come un gioco, ma quando si inizia a crescere, ecco che le aspettative della famiglia intera rischiano di diventare un peso per l’adolescente, soprattutto nel momento in cui egli si trova di fronte a una scelta così importante come l’iscrizione all’Università. In quel momento sono tanti i pensieri che passano per la mente del ragazzo e il peso dell’attività di famiglia da portare avanti di certo non aiuta. Ecco dunque che molti figli di avvocati decidono di iscriversi a giurisprudenza, semplicemente per seguire le orme del padre e assicurarsi un posto nello studio di famiglia. Si tratta di una scelta assolutamente discutibile, perché è naturale che ognuno dovrebbe seguire le proprie inclinazioni personali, indipendentemente dai possibili condizionamenti esterni. D’altra parte però c’è anche un rovescio della medaglia, perché se davvero il campo in cui opera il genitore rientra negli interessi del ragazzo, allora quest’ultimo può trarre un notevole giovamento nel seguire le sue orme, se non altro perché nel corso degli studi universitari può avvalersi della guida e dei preziosi consigli di chi già lavora nel campo. Il percorso universitario può risultare in questo caso molto più semplice.

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Come abbiamo visto, la scelta della facoltà alla quale iscriversi può essere motivata da diversi fattori. Un consiglio che si potrebbe seguire è però quello di non soffermarsi su uno solo dei punti che abbiamo esaminato, ma possibilmente di effettuare una valutazione che tenga conto di tutti questi elementi e bilanciarne i pro e i contro. In questo modo si arriverà a una scelta finale non improvvisata ma ponderata in ogni minimo dettaglio, perché si saranno prese in considerazione le materie di studio, i possibili sbocchi post laurea e nel mondo del lavoro, la possibilità o meno di bilanciare le proprie passioni con il seguire le orme dei genitori.
Scelta l’università e la relativa città, il gioco è fatto, a trovarvi una sistemazione in affitto (in singola o doppia) ad un prezzo accettabile, ci pensa uniaffitti 😉

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