Coinquilini

Cinque comportamenti che ti fanno capire che la convivenza con il tuo coinquilino è arrivata al capolinea

Cinque comportamenti che ti fanno capire che la convivenza con il tuo coinquilino è arrivata al capolinea

Cinque comportamenti che ti fanno capire che la convivenza con il tuo coinquilino è arrivata al capolinea

Chi non ha mai odiato, anche solo per una volta, il proprio coinquilino? Probabilmente più volte vi sarete immaginati scene di omicidi degne di CSI e avrete messo in pratica tecniche di respirazione ed autocontrollo sconosciute persino ai maestri yoga più sapienti del mondo.

Lo sappiamo, la convivenza non è facile per nessuno. Bisogna sforzarsi molto per far combaciare anche i caratteri più diversi: e se fare profondi respiri, iscriversi a vari corsi di meditazione e prendere a pugni in sacchi da boxe in palestra non dovesse bastare, nel frattempo sarebbe opportuno cominciare a cercare di ottenere una camera tutta vostra in modo da farne un tempio dedicato solo a voi, magari progettando vendette e ricaricarvi per la prossima sfida quotidiana. Perché si, bisogna sempre stare all’erta: una nuova sfida può essere sempre in agguato dietro l’angolo.

Vi sono coinquilini per i quali la parola pazienza è soltanto un eufemismo, la quantità di sopportazione è talmente immane che per poco non si sfiora il livello di “santità del mese”. Ma non facciamo di tutta l’erba un fascio: ci sono e ci saranno anche coinquilini speciali, con i quali si instaura un bellissimo rapporto di amicizia duraturo. Sono quei coinquilini (incontrati in case di altri vostri amici) che vi fanno pensare che li fuori c’è qualcuno che fa al caso vostro, che non sia uno psicopatico o un rompipalle, che vi lasci vivere la vostra vita senza tanti intralci. Gli screzi ci saranno sempre, dopo tutto la convivenza, specie con gente sconosciuta, è sempre difficile. Ma fra tutti e più di tutti ci sono dei comportamenti che proprio non riuscite a mandar giù. Quando vi capitano certi coinquilini non vi rimane altro che preparare le valigie e cercare un’altra sistemazione.

Ecco di seguito 6 comportamenti/ campanelli d’allarme che vi fanno capire che la convivenza con il vostro coinquilino è giunta ormai al termine.

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1) Quando vi ritrovate a convivere con la ragazza del vostro coinquilino.

Vi è mai capitato che il vostro coinquilino portasse a casa la propria fidanzata dicendo: “è solo per qualche giorno!”, ma dopo un mese lei non se n’è ancora andata e in più è come fosse diventata casa loro? Convivono, mangiano assieme e voi siete lì che reggete il famoso e mai invidiato candelabro, dormono assieme ovviamente (sperando non dobbiate essere lì a sentire i loro gridolini, che, diciamolo, se sono lì da mesi…). Ormai c’è stata un’appropriazione indebita della casa. Siete voi ad esser diventati gli ospiti. La vostra casa, non è più vostra (non che lo sia mai stata chiaro…men che meno ora). Ve li ritrovate in pose compromettenti sul divano a vedere serie tv, invitandovi anche ad unirvi a loro. Le docce insieme e le usurpazioni del bagno sono ormai all’ordine del giorno…per sprecare meno acqua (chiaro no?!). Sono ovunque, non lavorano, non studiano, sono sempre e costantemente in casa. Le cose sono due: o se ne vanno loro e ve ne andate voi. Mentre decidete, ricordatevi che ormai le cose in casa si decidono in tre non più in due. Sarete sempre in minoranza, due contro uno.

2) Non pulisce mai / Maniaco dell’ordine.

Si, entrambe le abitudini comportamentali fanno saltare ai nervi. Iniziamo con colui che non pulisce mai. Cioè quel coinquilino che mangia e lascia i piatti nel lavandino per giorni e giorni. Quello che non va mai a buttare i sacchi di immondizia, così che tu possa fare amicizia con un nuovo ecosistema sorto al posto dell’umido quando torni a casa dalle vacanze natalizie. Quel coinquilino al quale gli ricordate “domani è il tuo turno per le pulizie, giusto?”, lui non solo l’indomani non tocca nemmeno una scopa ma non la toccherà neppure per le settimane a venire. A quel punto, crollata ogni illusione riguardo un suo possibile ripensamento e dato che non volete vivere in un porcile, iniziate a pulire voi la casa, mesti e rassegnati. Finché vi ritroverete ad essere considerati come inservienti e vi sentirete chiedere di fare meno rumore quando pulite perché “sai il pomeriggio preferisco fare il pisolino in tranquillità”. Ma anche il maniaco dell’ordine non è da meno. La casa risplenderà quasi come fosse casa di vostra madre. Profumata e a prova di germi. Ma vogliamo parlare della dispensa ordinata per date di scadenza e per colore? (chiaramente anche la vostra parte di dispensa, non osate pensare che la vostra pasta possa essere risparmiata da tutto ciò). In bagno è tutto classificato in base a cosa usate più spesso e cosa no, in fila e per colore. Ma l’apice arriva quando tornate a casa dopo una giornata stressante, stancante e interminabile passata all’università e vi tocca aspettare mezz’ora al gelo perché il pavimento deve ancora asciugarsi. Siete sicuri di non voler cambiare casa?!?

3) Quando il coinquilino spende e spande perché tanto i soldi sono suoi ma si ricorda perfettamente che la bolletta si divide.

In questo caso noterete che quando fuori casa ci sono -10°, il vostro coinquilino vive dentro casa in mutande. Avete presente il tipo? Magrino e freddoloso, in genere va in giro d’inverno con 18 maglie, piumino, doppio pantalone, guanti e sciarpa fino a coprirsi gli occhi, ma appena mette piede in casa ecco la trasformazione. Si denuda quasi completamente. Maglietta a maniche corte e pantaloncini come fosse alle Hawaii e chiaramente, per non avere eccessivamente freddo, spara la temperatura interna a 25°. Dopo circa un mesetto, qualcuno della fornitura del gas vi chiama per allarmarvi comunicandovi che forse avete una perdita di gas o altrimenti di stare attenti perché per la prossima bolletta, forse, dovrete fare un mutuo. Questo è il classico spendaccione, non solo non gli importa nulla dell’ambiente (in genere il ragionamento è che prima o poi moriremo tutti), ma non può morire di freddo solo per spendere meno! In fondo si parla solo di quei 1000€ euro di bolletta…euro più euro meno, che importa ormai. Ma non è finita qui, se pensate che finito l’inverno la pace sia ristabilita vi sbagliate di grosso. Questo tipo di coinquilino, in genere, ama una casa ben illuminata, luci accese ovunque, per non faticare e risparmiare tempo quando vi spostate in casa, ama usare il phon, il forno e la lavastoviglie contemporaneamente e ovviamente non disdegna una bella doccia bollente di un’oretta circa, soprattutto dopo una giornata trascorsa all’università, quindi ogni giorno. Insomma se non vi colpisce un infarto quando arrivano le bollette forse è arrivata l’ora di cercare un nuovo appartamento. ( Se non vuoi essere questo tipo di coinquilino, leggi questo articolo su come comportarsi con gli elettrodomestici in comune)

4) Quando il vostro coinquilino fa festa tutto l’anno.

Il tipico festaiolo. Avete trovato il classico coinquilino che una volta messo piede fuori casa dei suoi genitori, un senso di libertà gli pervade l’anima e sente di avere il mondo nelle sue mani. Pensa che ormai non lo fermerà più nessuno, ora si che può vivere la vita che ha sempre sognato. Party all night long! Non ci sono più orari, niente regole e niente remore. Le situazioni in cui vi imbattete durante la convivenza sono delle più disparate. Alle tre di notte (quando va bene) vi capita di sentire dei rumori molesti in casa, vi alzate con una tachicardia in corso e brandendo una mazza da baseball vi dirigete verso l’ingresso. Accendete le luci, e trovate vari oggetti in terra. Alla domanda “c’è qualcuno?” sentite provenire un gemito dal bagno. Ed è proprio lì che troverete il vostro coinquilino mentre sta vomitando l’anima festaiola che è in lui, biascicando parole di scuse. Questo coinquilino porta sempre a casa gente su gente perché, grazie al suo carattere espansivo, conosce mezza università fra un aperitivo e l’altro. Non sarete mai da soli, colazione, pranzo e cena. Certo, potete provare a ragionarci, dire “domani ho un esame, non fare casino stanotte per favore”. Lui, per farvi passare l’ansia, fa una mega cena in casa invitando due dozzine di persone (i piatti sporchi ve li ritrovate perfino in bagno) e verso mezzanotte, l’una decide di uscire per andare a bere qualcosa tutti insieme. Voi finalmente guadagnate il meritato riposo, ansiosi per l’indomani. Ecco che però alle cinque di notte, il vostro coinquilino torna a casa, accende le luci al ritmo di Maracaibo e delirante entra in camera vostra facendovi vedere lo stato pietoso in cui versa il suo amico. Deve proprio ospitarlo in casa ma tanto voi avete comprato quella brandina apposta per gli ospiti, non è vero..? E voi? State ancora siete lì? Io direi che fra un drink e un brindisi è giunta anche l’ora di iniziare a fare le valigie: sue o vostre poco importa.

5) Quando a pagare siete sempre voi.

Diciamo che nessuno oggi giorno naviga nell’oro, è vero, ma vi è sempre piaciuto offrire una bevuta al vostro coinquilino. Ci sta. Si esce insieme, due chiacchiere e una birra in compagnia. Se però vi trovate nella situazione in cui non riuscite proprio a ricordare quando è stata l’ultima volta che vi ha offerto qualcosa, allora c’è qualcosa che non va. In genere le frasi che destano i primi sospetti sono del tipo “ho dimenticato i soldi a casa”, oppure “sono al verde, i miei ancora non mi ricaricano”. All’inizio il beneficio del dubbio avrà la meglio. Dopo mesi che i suoi non gli ricaricano i soldi e mesi di dimenticanze varie, fatevi due conti. Ma ancora non è detto che per questo la vostra convivenza sia arrivata al capolinea. Anzi, vi direte che basta non uscire più assieme e non offrirgli più nulla. Giusto. Ma le cose potrebbero aggravarsi. Magari con la scusa che i suoi ancora non gli ricaricano i soldi vi chiederà di anticiparli per l’affitto del mese oppure comincerà a procrastinare per pagare la spesa condivisa in casa. Del tipo “ancora 10 giorni e ti renderò i soldi, promesso”. Sono passati mesi e con i soldi che il vostro coinquilino vi deve iniziate a fantasticare di spenderli per un viaggio esotico alle Maldive. Se fosse così, smettete immediatamente di sognare ad occhi aperti. Fatevi restituite i soldi e cambiate di corsa casa.

6) Quando i post-it sparsi in casa sono più delle parole che vi rivolgete.

Se pensavate che la Guerra Fredda e il Muro di Berlino fossero solo degli eventi studiati in classe sui libri di storia e che mai nella vita avreste potuto trovarvi in una situazione simile, beh, vi sbagliavate di grosso. Il vostro coinquilino ha deciso di utilizzare il piano cottura come muro bianco sul quale sbizzarrirsi in colorati schizzi al gusto d’olio di frittura e aroma di caffè? Si diverte a illuminare la casa a qualsiasi ora del giorno e della notte perché “tanto le lampadine sono a risparmio energetico” e non si preoccupa minimamente di tenere d’occhio la sua roba ed evitare che il frigo si trasformi in un mercato rionale alle tre del pomeriggio? Probabilmente gliel’avrete anche già fatto notare più e più volte, ma lui, recidivo ed impertinente continua ad infischiarsene senza che voi otteniate nulla di concreto. Che fare? Si sa che noi studenti a volte con la cancelleria ci facciamo sfuggire un po’ la mano. E quindi, stufi di ripetere trilioni di volte le stesse solfe, perché non tappezzare la cucina con post it supercolorati quanto minatori? Fra un “lavare i piatti” color rosa shocking e un “spegnere le luci” verde lime la convivenza va avanti, e il clima di tensione cresce. Solo che a poco a poco ci si è affezionati talmente tanto a questi nuovi complementi d’arredo che star senza è impossibile: se prima se ne limitava l’utilizzo a casi urgenti e/o eclatanti, a poco a poco diventerete tutti dei piccoli amanuensi laboriosi, la vostra cucina un’aula da disegno per bambini di terza elementare e la vostra casa più silenziosa di un’aula di esame nel momento della domanda più bastarda del prof. A questo punto fareste bene a ricordare almeno i vostri nomi, sempre che non vogliate camminare per casa con un foglietto appiccicato in fronte come promemoria, e che prima o poi anche il Muro di Berlino più forte del mondo è destinato a cedere. E non sempre con buone nuove.

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